
La felicità non esiste.
E’ un diritto.
E’ il viaggio.
E’ lo scopo della vita.
E’ un’utopia.
E’ una conquista.
Quante se ne sono scritte, quante ne abbiamo sentite. Ciascuno ha una sua idea.
Nei prossimi 2 post dirò la mia sulla felicità in generale, sul perché fa paura, sul diritto alla felicità o se esiste un dovere.
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Parto dalla definizione di Gandhi:
“Felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia”.
La base quindi é il pensiero.
Facile dire che essere felici dipende dalle circostanze.
Se così fosse tutti coloro che sono nelle medesime circostanze sarebbero ugualmente felici. Ma questo non accade. Perché siamo diversi. Perché è tutto nelle nostre mani, anzi nella nostra testa.
Sei tu che hai la piena libertà dei tuoi pensieri. Sei tu che decidi se sfruttare o meno questa libertà scegliendo di concentrarti su ciò che ti può rendere felice anziché no.
Perché, vedi, tranne casi estremi, non sono gli eventi a determinare il tuo stato d’animo, bensì il tuo pensiero su quegli eventi. Per esempio: se si rompe la macchina mentre vai al lavoro questo è un evento. Il pensiero “farò tardi al lavoro”, o “capitano tutte a me”, “ci mancava anche questa” etc… ti porterà in un certo stato d’animo. Ma avresti tutt’ altro stato d’animo se pensassi: “era una vita che volevo fare un po’ di moto, sfrutterò l’occasione”. Oppure: “da domani riprendo la bici. Mi tengo in forma, risparmio benzina e non inquino”. Non è l’evento ma la tua lettura di esso a determinarne il suo valore per te e la tua vita.
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La capacità di controllo dei tuoi pensieri farà sì che tu possa dirigere la tua vita verso la felicità. Perché non la trovi in assenza di problemi, ma nonostante i problemi. Molti si augurano di non averne. Mi spiace: capita solo a chi è morto, per cui… diamo il benvenuto ad ogni difficoltà che ci dà la possibilità di imparare, migliorare, vivere. Affrontiamola vivendo la vita nel migliore dei modi, dirigendo la nostra mente verso pensieri positivi.
Riporto le parole di Confucio:
Più un uomo medita su pensieri buoni, migliore sarà il suo mondo e il mondo in generale.
SE dunque siamo liberi, al netto delle circostanze, di scegliere i nostri pensieri, siamo liberi di determinare il nostro stato d’animo predominante.
Verrebbe da pensare che tutti sceglieranno di essere felici. In realtà molti, per i motivi più disparati, ne hanno paura. Perché viene vista come una situazione momentanea, di durata limitata. Che necessariamente si alternerà alla sofferenza, al dolore, o comunque la cui cessazione ci provocherà negatività. Ed allora per non soffrire dopo, spesso rinunciamo alla possibilità di essere felici ora. Non cerchiamo le cose o le persone in grado di renderci felici per non dar loro il potere di toglierci la felicità. Non solo: questa nostra rinuncia spesso ci induce a criticare chi invece prova ad essere felice, chi tenta di uscire fuori dal gregge, chi implicitamente ci fa notare che se avessimo più coraggio potremmo avere una vita migliore. Per il nostro ego meglio boicottare e criticare queste persone anziché prenderci la responsabilità di dirigere la nostra vita.
Chiariamo subito: per essere felici dobbiamo essere disposti a pagare il prezzo. Ed il prezzo saranno le emozioni negative. Saranno le esperienze. Saranno tutti i blocchi emotivi che dobbiamo superare. Saranno le lezioni che dobbiamo affrontare, che dobbiamo superare, che dobbiamo vivere per poter crescere ed arrivare ad essere le persone in grado di essere felici. Il prezzo sarà eliminare uelle paranoie, quelle sovrastrutture che abbiamo aggiunto in una vita di esperienze lette e vissute in un certo modo.
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Da bambini non avevamo queste paure. La nostra priorità, la nostra unica scelta era essere felici. Il più possibile. Perchè i bambini quando litigano poi fanno subito pace? Perché la loro gioia, la loro voglia, anzi la necessità di divertirsi, di essere felici, è superiore al loro ego, alla paura di essere feriti, ai rischi.
Lo abbiamo fatto una volta, possiamo di nuovo cambiare la nostra vita. Stavolta in senso opposto. Tornando al passato. Tornando a mettere le cose nella prospettiva migliore per noi. Tornando a formulare sempre più spesso pensieri in grado di condurci a godere il più possibile la nostra vita.
Continua…
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