
Sta volgendo al termine un anno particolare. Per molte persone e per molti versi difficile.
Ci siamo trovati a vivere una vita che non era più la “nostra”, a vedere limitati non solo i nostri spostamenti, ma tanti aspetti della nostra quotidianità.
E ciascuno di noi ha affrontato questo cambiamento a modo suo. In generale però vedo una diffusa infelicità. Ed è appunto sull’argomento felicità che vorrei dire due parole.
“Tutti gli esseri umani vogliono essere felici, ma per poter raggiungere tale condizione bisogna cominciare col capire cosa si intende per felicità” Jean Jacques Rousseau.
La maggior parte delle persone individua la ragion d’essere della propria felicità in ciò che non ha. E quindi rimanda la propria felicità all’ottenimento di quel qualcosa.
Mai come quest’anno mi sono reso conto che ho già tutto per essere felice. Come detto é stato un anno particolare: ma cos’è che davvero avrei voluto in questi lunghi mesi di privazione? Quali erano per me le cose importanti che mi sono davvero mancate?
I miei figli che non ho potuto vedere con la consueta costanza; amici, parenti, le persone cui voglio bene, persone con le quali i contatti di sono giocoforza diradati; il sorriso delle persone, nascosto dietro una mascherina; un abbraccio sincero, sentire l’affetto che si trasmette in quel contatto; aprire il cuore ad un amico davanti a un caffè, un aperitivo, una cena.
E quali sono le cose che ho comunque avuto, nonostante tutto? La mia famiglia: c’è e ci sarà sempre. Nel momento più difficile gli amici veri sono rimasti accanto a me. Ho conosciuto nuove persone, fatto esperienze che mi porterò dietro per sempre; inseguito i miei sogni. Ho lottato, sbagliato, pagato, imparato le lezioni. Ho ritrovato il piacere di immergermi nella natura, coltivato la mia mente con lettura e corsi di crescita personale. E tanto altro.
Certo che voglio di più dalla vita e sto lottando per ottenerlo. Anzi, so che presto lo otterrò. Ma non confonderò mai ciò che voglio di più con ciò che mi rende felice.
E tu? Ti senti infelice? Per quale motivo? Sei sicuro che sia un motivo valido? Hai provato a guardare la tua situazione da altre angolazioni?
Mi permetto di suggerirti una lettura:
“Cosa ti manca per essere felice” autobiografia di Simona Atzori. Simona è una pittrice e ballerina di successo. Ha danzato con Roberto Bolle, ai giochi Olimpici, davanti al Papa. Ha una caratteristica che la rende facilmente distinguibile da tutte le altre ballerine: NON ha le braccia. E’ nata così. Ma anzichè focalizzarsi su ciò che non aveva, ha deciso di ricercare la sua felicità in ciò che aveva. Anzichè di fronte ad un problema lamentarsi perchè non poteva affrontarlo in modo “normale”, lei andava a creare un suo modo di affrontare e risolvere quel problema. Perchè non esiste mai un’unica soluzione: ognuno deve trovare il proprio modo di affrontare e risolvere la propria vita. Con quello che ha.
Lei non aveva le braccia, ma aveva i piedi. E sentite cosa dice dei suoi piedi:
“A cosa mi servirebbero le mie mani? La mia risposta potrebbe sembrare strana a chi le mani le ha, a chi non conosce il mondo che creo attraverso i miei piedi, a chi non sa che esiste un altro modo. Le mie mani non mi servono. Le visualizzo, le dipingo, ma rimangono lì, come un’immagine senza funzione, per quanto belle possano essere, per quanto utili possano sembrare. I miei piedi sì che sono preziosi. Fanno magie. Fanno le mani. Chi potrebbe mai aver bisogno di quattro mani?”
E tu?
Ti senti ancora infelice?
Per quale motivo?
Sei ancora sicuro che sia un motivo valido?
Davvero hai provato a guardare la tua situazione da altre angolazioni, a cercare un altro modo di affrontare la tua vita?
Trova il tuo modo: è già dentro di te.
Sii felice.
Buona vita
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